Brain - Parte 2: La struttura che funziona

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Brain - Parte 2: La struttura che funziona

Dalla teoria alla pratica

Nella prima parte ho spiegato cos’è il brain e perché funziona. Ora vediamo come funziona davvero, con esempi concreti.


Workflow 1: Email → Azione → Documentazione

Il primo workflow è quello delle email. Ma non è solo “riassumere le mail”.

È:

  1. Leggere una email (es: “Cliente X chiede configurazione DNS per Google Workspace”)
  2. FARE quello che c’è da fare (accedere Cloudflare API, configurare record MX, verificare propagazione)
  3. Preparare bozza di risposta (“Ho configurato i DNS come da richiesta, propagazione 5-10 minuti”)
  4. Documentare nel log professionale

Nota importante: Preparo bozze, non invio automaticamente. Non ho ancora abbastanza casi studio per dire “l’AI può rispondere sempre senza controllo”. Ma preparare la bozza mi risparmia già il 70% del lavoro.

Ogni mese, Claude processa anche tutte le email e genera due file riepilogo:

Log professionale (log/2025/2025-11-gmail-log.md):

## 2025-11-03 - Configurazione DNS progetto XYZ
Cliente ACME richiede setup Google Workspace.
Configurato record MX smtp.google.com.
Email inviata a contatto tecnico.

Diary personale (diary/2025/2025-11-gmail-diary.md):

## 2025-11-03
Cena con amici. Discusso idea nuovo progetto personale.
Ordinato libro su Amazon: "The Design of Everyday Things"

Perché separarli?

Log e diary hanno audience diverse.

Il log è professionale: potrei condividerlo con collaboratori, clienti, o usarlo per report. Contiene progetti, decisioni tecniche, interazioni di lavoro.

Il diary è personale: eventi sociali, acquisti, viaggi, riflessioni. Roba che non ha senso mischiare con il lavoro.

Come funziona tecnicamente

  1. Claude chiama Gmail API con query temporale (after:2025/11/01 before:2025/12/01)
  2. Scarica JSON di tutte le email del mese
  3. Analizza mittente, oggetto, corpo delle email
  4. Categorizza: lavoro vs vita privata
  5. Estrae eventi significativi
  6. Scrive due file markdown separati
  7. Committa su Git: git add . && git commit -m "Process November emails" && git push

Tutto automatico. Io dormo, Claude lavora.


Workflow 2: Database entità auto-generato

Dal processing delle email, Claude estrae automaticamente entità: persone, aziende, progetti.

Esempio: Persona

File: database/people/mario-rossi.md

---
name: "Mario Rossi"
email: "mario.rossi@example.com"
company: "[[database/company/acme-corp|ACME Corp]]"
role: "CTO"
relationship: "cliente"
created_at: "2025-11-03"
---

## Timeline
- 2025-11-03: Prima call introduttiva, discusso progetto gestionale
- 2025-11-10: Inviato preventivo per sviluppo feature X
- 2025-11-15: Approvato preventivo, partenza progetto

## Progetti
- [[database/projects/acme-gestionale|ACME Gestionale]]

## Note
Preferisce comunicare via email piuttosto che call.
Decisore tecnico, ma deve passare da CEO per budget.

Esempio: Azienda

File: database/company/acme-corp.md

---
name: "ACME Corp"
type: "Cliente"
website: "https://example-acme.com"
---

## Contatti
- [[database/people/mario-rossi|Mario Rossi]] (CTO)
- [[database/people/lucia-bianchi|Lucia Bianchi]] (CEO)

## Progetti
- [[database/projects/acme-gestionale|ACME Gestionale]]
- [[database/projects/acme-ecommerce|ACME Ecommerce]]

## Storia
Primo contatto ottobre 2025 via referral.
Azienda 50 dipendenti, settore manufacturing.

I [[link]] creano un grafo navigabile.

Apro mario-rossi.md → vedo azienda → clicco → apro acme-corp.md → vedo altri contatti → clicco → apro altro profilo.

È come Obsidian, ma senza bisogno di Obsidian. Funziona con qualsiasi editor che supporta markdown (Obsidian, Logseq, VS Code con plugin, persino GitHub web interface).


Workflow 3: Validazione automatica

Ho aggiunto recentemente un sistema di validazione basato su JSON Schema.

Definisco lo schema

File: schema/person.json

{
  "required": ["name"],
  "properties": {
    "name": {"type": "string"},
    "email": {"type": "string", "format": "email"},
    "relationship": {
      "enum": ["cliente", "collaboratore", "fornitore", "partner"]
    }
  }
}

Il sistema valida automaticamente

$ python tools/brain/validate-frontmatter.py database/people/*.md

❌ mario-rossi.md: Invalid
   • relationship: 'collaboratore esterno' is not one of enum

✅ lucia-bianchi.md: Valid

Se qualcosa non quadra, il sistema me lo dice. Fix, commit, push. Zero entropy, zero inconsistenze.

Questo gira anche come pre-commit hook: se provo a committare dati invalidi, Git blocca il commit finché non fixo.


Workflow 4: TODO con reminder

Per task complessi, creo file dedicati nella cartella todo/.

File: todo/2025-11-15-upgrade-server-xyz.md

**Reminder Date**: 2025-11-15
**Priority**: Alta
**Status**: Pending

## Context
Server XYZ su DigitalOcean ha Ubuntu 20.04 LTS che va in EOL aprile 2025.
Necessario upgrade a 22.04 o 24.04.

## What to Do
- [ ] Backup completo (database + files)
- [ ] Test upgrade su staging
- [ ] Schedulare finestra manutenzione con cliente
- [ ] Eseguire upgrade production
- [ ] Verificare funzionamento servizi
- [ ] Update documentazione

## References
- [Guide Ubuntu upgrade](https://ubuntu.com/server/docs/upgrade-introduction)
- [Database backup/restore](link-interno)
- Contatto cliente: [[database/people/mario-rossi|Mario Rossi]]

Check automatico all’avvio

All’inizio di ogni sessione, Claude controlla:

$ ls -lht todo/*.md | head -10

E mi segnala TODO con reminder scaduti o in scadenza oggi.

“Hey, hai 2 TODO urgenti: upgrade server XYZ (scaduto 3 giorni fa) e call con cliente ABC (oggi pomeriggio).”

Non devo ricordarmi nulla. Il sistema ricorda per me.


Il salto di fiducia: collegare le API

Qui viene la parte che ha cambiato davvero tutto.

Ho dato a Claude accesso alle API di Gmail. Può leggere le mie email. Può anche mandarle (tramite draft per sicurezza).

Ho collegato Telegram. Posso mandare messaggi al bot e lui crea sketch, aggiunge TODO, fa query sul brain. Dal telefono, mentre sono in metro.

Sto pianificando di integrare altri servizi. Ma non è questione di quanti. È questione di fiducia.

La domanda fondamentale

“Sei disposto a dare a un’AI accesso alle tue email?”

Due anni fa avrei detto no. Oggi dico sì, perché:

  1. Trasparenza: Tutto quello che Claude fa è versionato su Git. Vedo ogni modifica, ogni commit. Se fa casino, lo vedo subito.

  2. Controllo: Ho sempre accesso diretto ai file. Posso modificare, cancellare, fare rollback. L’AI è un assistente, non un padrone.

  3. Reversibilità: Se domani decidessi di disattivare tutto, i miei dati rimangono. Sono file di testo. Non dipendo dall’AI per accedervi.

  4. Value proposition: Il tempo risparmiato vale il rischio. Invece di passare 2 ore al mese a riorganizzare note, Claude lo fa in 30 secondi. Ogni mese. Per sempre.

Il mindset shift

Non è automazione classica (se questo allora quello). È delegazione operativa.

“Claude, processa le email di ottobre 2024.” “Claude, crea un riepilogo dei progetti attivi.” “Claude, trova tutte le interazioni con cliente XYZ.”

Lui esegue. Io faccio altro. Quando torno, il lavoro è fatto.

Questo è possibile solo perché Claude Code ha accesso al filesystem, a Git, alle API. Non è solo chat. È un collaboratore con permessi di scrittura.


Prossimamente

Nella terza e ultima parte: sviluppi futuri, cosa potrebbe diventare il brain, e perché alla fine tutto questo è solo un sistema per non impazzire.


Serie Brain:


*Serie “Brain”: Parte 1 Parte 2 Parte 3*